ARSAC

ALTERNATIVE ALLA FUMIGAZIONE CHIMICA DEL TERRENO RESOCONTO DEL 2° ANNO DI PROVE SU FRAGOLA

Introduzione

In Calabria il frequente ritorno sul medesimo appezzamento o addirittura la mono-successione della coltura della fragola sono pratiche molto diffuse. Per fronteggiare i rischi fitosanitari dovuti ai numerosi patogeni dell’apparato radicale ed in generale gli effetti negativi della cosiddetta “stanchezza del terreno” la disinfezione di pre-impianto è basata sull’impiego di una miscela di cloropicrina e 1,3 dicloropropene eseguita da ditte specializzate e più raramente con principi attivi ad azione fumigante come il Metam sodio o il Metam potassio. Le progressive revoche dei mezzi chimici fumiganti ed il prefigurarsi di nuove restrizioni e possibili ritiri anche di queste sostanze stanno alimentando la ricerca di soluzioni alternative da parte delle ditte di produzione dei fitofarmaci, dei ricercatori e dei produttori.

Già da alcuni anni hanno iniziato ad essere adottate soluzioni alternative, la maggior parte delle quali si basano sull’uso combinato e sinergico di mezzi fisici (solarizzazione) e biologici (apporti di sostanza organica, impiego di derivati di piante “biocide”, consorzi microbici), in diversa combinazione tra loro.

Il nostro gruppo di lavoro ha già realizzato un primo anno di prove su fragola nella campagna 2023-2024 nella Piana di Lamezia, presso l’azienda Fratelli Giampà ad Acconia di Curinga (CZ) che pratica la coltivazione delle fragola sullo stesso appezzamento ad anni alterni operando su una superficie interamente solarizzata, su una porzione della quale l’efficacia della solarizzazione era stata rafforzata da un intervento in pre-trapianto di biofumigazione con un formulato denominato BIORESET (prodotto da Itaka Srl) che può essere distribuito con le ali gocciolanti poste al di sotto del film plastico di pacciamatura. Il meccanismo d’azione di Bioreset è basato sulla sinergia tra i flavonoidi derivanti da propoli e i glucosinolati liberati da olio di senape. Gli estratti di brassiche interagendo con acqua e terreno, attraverso reazioni di idrolisi enzimatica, liberano dei composti secondari, per l’appunto i glucosinolati, da cui si formano composti solforati, soprattutto isotiocianati, che hanno azione antifungina e antibatterica.

La prova aveva riguardato la nuova varietà Ligea ottenuta con il programma di miglioramento genetico che l’ARSAC conduce in Calabria in collaborazione con il CREA – sede di Forlì e con la Cooperativa Ortofrutticola Torrevecchia di Lamezia T., ritenendo importante verificare il comportamento vegeto-produttivo di questa nuova varietà, giunta nella fase iniziale di diffusione commerciale, in terreni sottoposti a tecniche di fumigazione alternative a quelle chimiche (che presto potrebbero essere le uniche a poter essere adottate), con la convinzione che la risposta e l’adattamento ai nuovi mezzi di biofumigazione dipendono anche dall’interazione tra il genotipo (rusticità intrinseca della varietà) e la tecnica di coltivazione. Nella prova si è fatta rientrare, oltre alla varietà Ligea, anche una varietà convenzionale piuttosto diffusa nel lametino.

I risultati del primo anno di prove hanno fornito indicazioni positive ed incoraggianti sugli obiettivi di verifica della validità e dell’efficacia dei prodotti testati alternativi a quelli chimici per la disinfezione e rivitalizzazione del terreno e della risposta di adattamento della nuova varietà Ligea e sono stati pubblicati sul sito web ARSAC (edizione del 5 luglio 2024) e sulla Rivista Colture Protette (n. 9 – ottobre 2024).

Una seconda prova sperimentale è stata impostata nella campagna fragola 2024-2025 appena conclusa sempre nella Piana di Lamezia, presso l’azienda Galati Giuseppe, socio della Cooperativa Ortofrutticola Torrevecchia.

In questo caso la prova ha riguardato sempre la varietà Ligea che si è concordato di coltivare su circa metà della superficie totale fumigata chimicamente con cloropicrina e 1,3 dicloropropene e metà coltivata su terreno biofumigato con BIORESET distribuendolo con le ali gocciolanti poste al di sotto del film plastico di pacciamatura prima del trapianto. Si è lasciato un filare non trattato per il confronto.

Anche questa seconda prova è stata realizzata su terreno in cui la fragola era stata coltivata due anni prima e nell’anno precedente era stato destinato a zucchino.

Tutte le altre operazioni, come la fertirrigazione e la difesa fitosanitaria, sono state condotte in maniera identica sull’intero fragoleto.

Come si è operato e risultati ottenuti

Durante il ciclo colturale sono stati rilevati sistematicamente i dati produttivi e qualitativi delimitando, per ciascuna tesi, due parcelle da 12 piante rispettivamente nel filare testimone non trattato, nell’appezzamento biofumigato e nell’appezzamento fumigato chimicamente.

Più in particolare sono stati rilevati i dati produttivi in ogni raccolta, utilizzati per calcolare la produzione totale, commerciale e di scarto (marciumi, piccolo e deforme) a pianta espresse in grammi, il peso medio dei frutti e l’indice di precocità di maturazione.

Sono stati altresì rilevati, nelle fasi cruciali del ciclo produttivo di raccolta, i dati qualitativi di laboratorio su campioni di 5-10 frutti: grado zuccherino (°Brix), acidità titolabile (meq/100 g), consistenza della polpa (g), brillantezza (L*) e intensità del colore della superficie (indice chroma)., che sono stati effettuati presso il laboratorio del Centro Sperimentale A.R.S.A.C. di Lamezia T.

 

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Ultima modifica 24 Giugno 2025